lunedì 26 aprile 2010

Meditazione e autoguarigione




La meditazione può essere un potente strumento di auto guarigione, perché c’è un modo, attraverso di essa, di tornare indietro e riscrivere la nostra storia quale l’avremmo voluta, guarendo così le nostre ferite emozionali e influenzando positivamente il nostro futuro.

Effetti benefici e stimolo psichico significativo
L’ipersensibilità, cioè il manifestarsi di facoltà sensoriali e sensitive particolari e l’attività mentale superiore meditativa sono collegate ad uno specifico ritmo delle nostre onde cerebrali prodotte dall’ attività elettrica del nostro cervello: il ritmo Alfa.
Gli studi effettuati con l’elettroencefalogramma ci dimostrano che esistono diversi ritmi dell’attività elettrica cerebrale dipendenti dai diversi livelli di coscienza. I ritmi di questa energia sono misurati in cicli per secondi e sono i seguenti:

- onde Beta, corrispondenti allo stato di veglia della coscienza ordinaria,
con una frequenza da 14 a 18 cicli/sec.;
- onde Alfa , tipiche della fase di passaggio dalla fase di sonno a quella
di veglia e viceversa, che si instaurano rapidamente quando si chiudono gli occhi e quando l’attenzione del soggetto non sia impegnata in attività mentali richiedenti una certa concentrazione. Tali onde hanno una frequenza da 8 a 13 cicli/sec.;
-onde Theta con una frequenza da 4 a 7 cicli/sec.;
-onde Delta con una frequenza da 1 a 3 cicli al secondo.

Studi effettuati sugli effetti della meditazione hanno dimostrato la persistenza, negli stati meditativi o contemplativi, di onde Alfa e Theta.
Il meccanismo fisiologico completo che accompagna la meditazione non è ancora molto chiaro.
Si sa con certezza che creando uno stimolo psichicamente significativo, quale può essere l’induzione di un profondo rilassamento, si attiva uno stato emozionale che agisce sul cervello interno ed in particolar modo sull’ipotalamo. Quest’ultimo determina una risposta endocrina che produce una risonanza fisiologica immediata, la quale, per un complesso meccanismo di feedback, definisce sensazioni interne che agiscono sulla cinestesia (azione) e sul funzionamento psichico. La meditazione dunque agisce beneficamente sui livelli profondi della nostra psiche e del nostro organismo grazie alla produzione di endorfine e di encefaline . Queste molecole sono legate a molte funzioni di interesse psicologico, come la modulazione dello stress, del dolore, degli stati d’animo, della sessualità, dell’appetito, delle farmaco-dipendenze, dell’abuso di sostanze chimiche; sono inoltre importanti per modulare sia i livelli delle prestazioni nel lavoro e nello sport, che i processi fondamentali dell’apprendimento e della memoria.

Meditazione passiva e Meditazione attiva

La meditazione è uno dei metodi più antichi con cui gli esseri umani possono modificare la condizioni della mente, del corpo e delle circostanze ed esplorare regni di esperienza che si trovano oltre il sé. Viene usata in tutto il mondo in tutte le religioni ed organizzazioni esoteriche.

La “Meditazione passiva” è quella in cui tutti i pensieri vengono spazzati via dalla mente per trovare lo spazio in cui sintonizzarsi con la Mente Cosmica e arrivare così al Samadhi o Satori, una gioiosa ed illuminante unione con l’Infinito. Automaticamente lungo la strada del percorso spirituale si manifesteranno tutte le cose buone come l’amore, la felicità, la prosperità, la salute e i poteri extrasensoriali. E’ particolarmente enfatizzata presso discipline come lo Zen e lo Yoga.
Nello Yoga la meditazione si divide in tre fasi: la prima è la concentrazione che consiste nel dirigere l’attenzione verso un oggetto preciso, poi c’è la contemplazione cioè l’applicazione continua dell’attenzione sull’oggetto. Infine vi è la meditazione vera e propria che è l’identificazione con l’oggetto.

La “meditazione attiva” la ritroviamo presso le religioni giudaico-cristiane, la scuola del pensiero positivo e le varie scuole che insegnano il controllo della mente. In questo tipo di meditazione, la mente viene riempita attivamente con le qualità e con gli eventi che si vogliono manifestare.

Durante la meditazione un abito sciolto è più comodo ma se i vostri vestiti non ostacolano la circolazione del sangue, non avete bisogno di cambiarli. Per quanto riguarda la posizione da assumere, uno dei più grandi Yogi, Patanjali, raccomandava di sceglierne una comoda, ma non così comoda da farci addormentare facilmente. E’ dunque importante stare comodi quanto basta per non essere distratti dalle sensazioni del corpo. Se non si ha molta esperienza di meditazione si suggerisce una poltrona o una sedia comoda con uno schienale abbastanza dritto, oppure un cuscino sul pavimento, dove sedersi con la schiena appoggiata al muro.

Nella “meditazione attiva” si usa la visualizzazione. Essa è una capacità spesso incompresa. Molte persone sono in realtà capaci di visualizzare bene, ma pensano di non saperlo fare perché sono convinte che la visualizzazione sia qualcosa di molto diverso da quello che stanno facendo, perciò quando le istruzioni sulla meditazione richiedono di visualizzare, abbandonano la pratica.
Chiunque è in grado di visualizzare, persino chi è nato cieco. Se avete mai ricordato un’immagine, per quanto sfuggevole o avete fatto un sogno visivo, siete capaci di visualizzare. Pur essendo di grande aiuto alla meditazione, la visualizzazione è soltanto una delle tante capacità che vengono impiegate e nemmeno una delle più essenziali. Se dunque avete già familiarità con la visualizzazione tanto meglio, ma se pensate di non saperlo fare non preoccupatevi. Fate del vostro meglio e date più importanza ad altre facoltà, come l’immaginazione auditiva e cinestesica, perché potreste scoprire che in questi campi voi siete più a vostro agio di chi usa prevalentemente la visualizzazione.
Se vi risulta comodo, è bene fare un esercizio di rilassamento prima della meditazione, perché aiuta ad eliminare le tensioni che possono distrarvi, calma le emozioni e schiarisce la mente.